Ho sempre amato stare all’aria aperta, camminare in montagna o in campagna. Nella mia vita, lo confesso, ho arrampicato, pedalato, nuotato, campeggiato e … fotografato e filmato.
Mi è sempre piaciuto il cinema ne sono stato un frequentatore assiduo e tendenzialmente onnivoro senza preclusioni di sorta, fatto salvo per l’horror che francamente non mi ha mai appassionato.
Ho ripreso ore e ore di MTB e di ciclocross con una action camera attaccata al telaio o al caschetto, producendo un sacco di GigaByte che ora giacciono quasi interamente su due Hard Disk.
I film outdoor hanno un fascino particolare e mi danno una sensazione di libertà e di leggerezza. Mi lasciano una voglia di uscire a correre e una gioia interiore particolare. Mi danno l’ispirazione per immaginare un modo diverso di vivere e mi fanno venire voglia di raccontare avventure ed emozioni.
Quante volte ho visto Ride The Divide sinceramente non lo so.
No script, no actors, no special effects
Lo spirito di questi film è ben sintetizzato da questo pay off che vede principalmente nelle persone che vivono l’avventura il focus di ogni docufilm.
Quello che ho sempre apprezzato nelle persone che compiono esperienze a contatto con la natura è la capacità di compiere imprese anche molto estreme ma non come sfida con la natura, o con la montagna o con il mare. La sfida si riduce ad un’esperienza molto intima ed estrema con e contro sé stessi.
La dimensione è quindi quella esistenziale di confrontarsi con i propri limiti ed affrontarli proprio in condizioni difficili e impreviste, quando forse vorremmo che tutto fosse controllato e prevedibile.
Questo e molto di più viene offerto dal Tour EOFT 2016/17 che si sviluppa attraversando l’Europa toccando 14 paesi.
I film che potete vedere sono:
Hilaree O’Neill e il suo team composto da Mark Jenkins, Emily Harrington, Cory Richards e Renan Ozturk sono i protagonisti del progetto “Anti-Everest”. Assieme vogliono scalare la montagna più elevata del sud-est asiatico, il Hkakabo Razi, del quale nessuno sa con esattezza l’altezza! I protagonisti della spedizione intraprendono la lunga strada da Yangon verso nord, a bordo di treni improbabili e di motociclette stracariche su strade … mulattiere fangose. Poi l’avvicinamento attraverso la giungla fitta e difficile. Un viaggio di avvicinamento durissimo e poi l’ascesa alla montagna, dura per le condizioni e che fa uscire emozioni impreviste e laceranti. Ce la faranno?
Matt Blank e Ian Flanders: due Base-jumper una profonda amicizia, anni passati a saltare con il base jump, dirupi e feste in tenda. Storia di avventura e di un’amicizia che forse si è incrinata.
David Lama il Nepal l’ha vissuto e conosciuto da bambino. Ci ritorna per conquistare il Lunag Ri assieme a una leggenda dell’arrampicata americana come Conrad Anker. Assieme per raggiungere la vetta del Lunag Ri e conquistare i suoi 6907 m di granito. Esperienza e Grazie alla lunga e notevole esperienza in spedizioni di Conrad, unita allo stile di arrampicata fast and light di David, questa cima inviolata dovrebbe essere domata – almeno così pensano. I due alpinisti hanno infatti sottovalutato la cresta nord-ovest del Lunag Ri.
Una spedizione in Kayak in Papua Nuova Guinea. Paesaggi mozzafiato che rivelano una natura indomita e ancora integra. Questa avventura vede protagonisti Ben Stookesberry, Chris Korbulic, Ben Marr e Pedro Oliva. Il progetto prevede la discesa del fiume Beriman, che si snoda come una serpente turchese lungo la giungla, per 13 giorni fino alla foce nel Mare delle Salomone. La spedizione non ha un piano B, l’unica via d’uscita è riuscire a scendere il fiume fino al mare. Tante le incognite che rimangono aperte visto che il tratto di fiume è inesplorato e alla partenza non è possibile valutare quali difficoltà presenteranno le cascate e le rapide. Un’avventura che mette a dura prova la resistenza fisica dei 4 esploratori e la resistenza psicologica. 48 chilometri lungo il Beriman di pura suspance e di vivo stupore per una natura a tratti irreale e comunque sempre affascinante.
Storia di arrampicata e di amicizia che si consolida nella musica e negli eccessi di questo gruppo di avventurosi climbers: Sean Villanueva O’Driscoll, Benjamin Ditto, Olivier e Nicolas Favresse. Il loro obiettivo sono le big wall e l’Isola di Baffin. Ma prima di giungere al suo cospetto c’è pure un viaggio burrascoso nel mare agitato della baia di Baffin. A fare da contorno il capitano Bob Shepton che li condurrà a destinazione a bordo del Dodo’s Delight.
Sci estremo interpretato dallo sciatore Jérémie Heitz che affronta discese da brivido a 55 gradi. Con le velocità che raggiunge nelle sue discese tocca i 120 chilometri orari, nemmeno la paura può raggiungerlo! Il suo progetto per l’inverno: sciare quindici quattromila, tra i quali il Zinalrothorn e il Lenzspitze.
Spiritualità e mistica si respirano in Flow e nelle parole di Harald Philipp che con la sua bici non si accontenta di percorrere valli o di scendere per ripidi sentieri. Harald è alla ricerca del suo “Flow”, quel momento in cui superando i suoi limiti si sente e si percepisce come “parte di un tutto”, si sente in armonia. Lui, la sua bici e l’universo si concentrano in quel attimo unico e intimo. Ognuno può trovare il suo flow, non serve una bici, è necessario avere la volontà pura di superare i propri limiti. Bisogna essere un po’ alchimisti ma Harald ci spiegherà come ognuno può trovare il proprio spazio speciale e il proprio Flow.
Tutti i video sono acquistabili o noleggiabili su Vimeo on Demand.
Sessione scaduta
Accedi nuovamente. La pagina di login sarà aperta in una nuova scheda. Dopo esserti loggato potrai chiuderla e ritornare a questa pagina.